mercoledì 9 maggio 2018

"1947", di Elisabeth Asbrink

Il ’47 è un anno di svolta, in tutti i campi. Non solo nell’ambito politico internazionale, ma anche nella musica, nella moda, nella letteratura, nel costume. Simone de Beauvoir si innamora perdutamente dello scrittore americano Nelson Algren e inizia la scrittura di “Secondo sesso”; George Orwell scrive “1984”, che vedrà la luce l’anno dopo; Primo Levi pubblica “Se questo è un uomo”; in Germania, Hans Werner Richter aggrega un gruppo di scrittori e poeti, in un movimento culturale per la rinascita della letteratura tedesca, sulle rovine della guerra: il “Gruppo 47”, appunto.
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La Asbrink, figlia di un ebreo ungherese che ha perso i genitori nella Shoah, dedica ampie pagine alla fondazione di Israele: il ’47 è l’anno di Exodus, e della votazione all’Onu che il 29 novembre sancisce la spartizione della Palestina e la nascita dello Stato ebraico. Al contempo, il fondatore della Fratellanza musulmana lancia il suo primo “Jihad” contro Israele.
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Se in passato al Jihad era stato dato il significato di lotta, al-Banna aggiunge la morte come suo traguardo. Nasce il Jihad moderno, quello “politico”, che condurrà al terrorismo, ai kamikaze, ad Al Qaeda, al califfato dell’Isis.

A questo link, la mia recensione integrale di "1947", di Elisabeth Asbrink (Iperborea), pubblicata sul quotidiano Il Foglio di oggi.
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2018/05/09/news/1947-elisabeth-asbrink-una-fogliata-di-libri-193655/

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